Zetetica v01: introduzione alla Zetetica moderna | 10 principali assiomi per fare leva sulla zetetica nel vostro quotidiano
Scopri cos'è la Zetetica Moderna attraverso una definizione aggiornata e una spiegazione dei suoi 10 assiomi principali.
📚 Ciao la Disruptive Fam’ 📚
Ci ritroviamo per la seconda edizione della Disruptive Newsletter, questa volta per accompagnare il nostro live di stasera dedicato all'introduzione della Zetetica.
La registrazione della diretta è già disponibile sul nostro canale youtube, e domani inizieremo a pubblicare le versioni separate (definizione in una parte e assiomi nell'altra).
Ma allora, cos'è la Zetetica?
Parte 1: Definire la Zetetica
🧠 Introduzione alla Zetetica moderna
La Zetetica è una posizione epistemologica che si concentra sulla pratica di mettere in discussione le affermazioni per verificare se siano sostenute da adeguate argomentazioni basate sulla ricerca empirica e sulla riproducibilità, come previsto dalla metodologia scientifica per l'incremento del sapere certificato.
Si tratta di un concetto ben definito e diffuso in Francia, dove nasce negli anni '90 grazie al fisico Henri Broc e ai premi Nobel Pierre-Gilles de Gennes e Georges Charpak. Tuttavia, in Italia le definizioni attualmente disponibili, sia sul dizionario Treccani che sulla pagina Wikipedia dello "scetticismo scientifico", fanno ancora troppo riferimento all'antica accezione di Zetetica legata al semplice scetticismo, senza cogliere appieno la sua moderna iterazione.
🔬 Definire la Zetetica oltre il concetto di “scetticismo scientifico”
La Zetetica, nella sua moderna accezione, si distacca notevolmente dall'originario scetticismo filosofico greco, che si poneva come meta principale la sospensione del giudizio. Mentre lo scetticismo antico era orientato alla tranquillità dell'animo (atarassia), la Zetetica moderna mira a una comprensione più solida e basata sull’evidenza empirica delle affermazioni scientifiche, sociali e tecnologiche. La sua evoluzione vede quindi un passaggio dal semplice dubitare ad un dubbio metodico e costruttivo, orientato alla ricerca di una veridicità oggettivabile attraverso il metodo scientifico.
La sua definizione modena si basa sul concetto di "demarcazione" di Karl Popper, ovvero la distinzione tra scienza e non-scienza attraverso il criterio della "confutabilità". Henri Broc definisce la Zetetica come "l'arte del dubbio", intesa come abilità didattica per la riflessione e l'indagine critiche. Si richiama allo scetticismo scientifico e al metodo del dubbio cartesiano, con l'obiettivo di mettere alla prova affermazioni che si presentano come dotate di senso, ma le cui spiegazioni non sembrano collegarsi a nessuna teoria comunemente accettata.
👨💻 Perché la Zetetica, in 2024?
L'ascesa della società digitale e l'accessibilità quasi illimitata alle informazioni hanno reso la Zetetica una competenza ancora più essenziale. Il sovraccarico informativo, la diffusione delle fake news e le echo chamber di internet richiedono un approccio zetetico per navigare e interpretare correttamente la realtà che ci circonda. Attraverso la promozione della Zetetica, si mira a dotare il pubblico degli strumenti necessari per discriminare tra informazioni attendibili e manipolazioni, contribuendo a un ecosistema informativo più sano e veritiero.
Infine, la Zetetica promuove un dialogo interdisciplinare tra le varie aree del sapere. Riconoscendo che le sfide contemporanee spesso trascendono i confini tra le discipline, invita i ricercatori e i professionisti di diversi campi a collaborare, confrontarsi e integrare le metodologie. Tale approccio costruttivo e collaborativo non solo arricchisce la comprensione dei fenomeni studiati ma facilita anche l’applicazione pratica delle scoperte scientifiche nella risoluzione dei problemi societali.
Dopo un'introduzione che consente di porre le basi della Zetetica, vediamo insieme i suoi 10 assiomi fondamentali per iniziare a comprenderne gli strumenti principali.
Parte 2: Le 10 assiomi della Zetetica, la vostra “toolbox” per affinare lo spirito critico
1. La Zetetica non è automatica
La Zetetica non è un processo automatico o istintivo. Richiede uno sforzo cosciente e un'applicazione metodica del dubbio e dell'indagine critica. Se non vi sono motivi pericolosi per dubitare di un'affermazione non verificata, si può considerarla plausibile, tenendo presente che si tratta di un'informazione non verificata, ovvero una credenza in senso lato. È quando altre affermazioni pericolose si basano su queste affermazioni non verificate che diventa obbligatorio sottoporle a un esame critico e assicurarsi che si tratti di conoscenza verificata. È qui che interviene il metodo Zetetico.
2. L'onere della prova
Si può dimostrare che qualcosa esiste o è plausibile se si può osservare, misurare e replicare le osservazioni e le misurazioni. È più difficile, se non impossibile, dimostrare che qualcosa non esiste. Pertanto, spetta a colui che afferma l'esistenza di qualcosa fornire la prova della sua affermazione. In caso contrario, si è di fronte a un'inversione dell'onere della prova. Inoltre, non si può dimostrare che qualcosa sia plausibile se può essere spiegato sia da una cosa che dal suo contrario. Ecco perché ogni teoria deve avere dei criteri di confutabilità.
3. Le prove non hanno tutte lo stesso valore
Il livello di plausibilità attribuito a un'affermazione deve essere in linea con il livello di prove fornite a suo sostegno. Un'affermazione straordinaria richiede prove più che ordinarie secondo il principio di Carl Sagan. Le prove possono essere classificate in diverse categorie, dalle non-prove (buon senso, opinione, voce popolare) alle prove insufficienti (testimonianze, aneddoti, expertise auto-proclamata), alle prove deboli (expertise riconosciuta dai pari, studi scientifici con campioni piccoli), alle prove serie (studi scientifici controllati, randomizzati, in doppio cieco), fino alle prove che fanno consenso (replicazioni e meta-analisi di studi scientifici).
4. Niente è assolutamente vero
Non esistono prove assolute. Una prova è solo vera fino a prova contraria. Si possono trovare prove che si avvicinano sempre più alla realtà o si allontanano sempre più dall'incertezza. Il nostro cervello è fallibile e mal equipaggiato per sopportare l'incertezza, quindi tende a razionalizzare. Per conoscere senza razionalizzare, è necessario cercare di provare il contrario di ciò che si sta cercando, basandosi su prove solide. È solo fallendo abbastanza a lungo nel dimostrare che si ha torto che si può considerare di avere ragione... finché non si dimostra il contrario.
5. L'Alternativa è feconda
Non bisogna accontentarsi della prima affermazione che si presenta, solo perché non entra in conflitto con una conoscenza o una credenza. Se qualcosa di sconosciuto può essere spiegato attraverso mezzi conosciuti meno costosi, allora non c'è motivo di aggiungere entità supplementari per spiegarlo. Questo è il principio del rasoio di Occam. L'esplicazione più semplice (la meno misteriosa) non è quella che è più facile da comprendere, ma quella che impiega meno meccanismi (che sono conosciuti, anche se complessi) per spiegare un fenomeno.
6. Avere ragione, per le ragioni sbagliate
Per essere sicuri di avere ragione per buoni motivi, è importante sapere distinguere in primo luogo tra un'opinione e un fatto. Un fatto consente la concertazione, è verificabile oppure inesistente. Un'opinione deve basarsi su una raccolta di fatti e su un'argomentazione valida e logica che li collega tra loro, altrimenti, si dice dei suoi argomenti che sono fallaci o dell'opinione che è infondata. Gli appelli all'autorità, alla popolarità, all'esotismo, all'antichità o all'emozione sono tutti esempi comuni di argomentazioni retoriche invalide. È per questo che bisogna allenare il proprio ragionamento logico e analitico e proteggersi dai bias cognitivi come il bias di conferma, il bias di attrazione, la cattiva percezione del caso, la tendenza a razionalizzare ecc., per non confondere fatto e intuizione, correlazione e causalità, sillogismo e paralogismo, deduzione e induzione, o qualcosa di falso da qualcosa di plausibile.
7. Se non so, non ho motivo di credere
L'assenza di prova non è la prova dell'assenza, ma l'assenza di prove non è neanche la prova della non esistenza. L'assenza di prova non prova nulla, né in un senso né nell'altro. Ed è a chi afferma che incombe l'onere di trovare delle prove. Se non si sa, non si ha motivo di credere. Non è perché non si crede in qualcosa che questa cosa esiste o non esiste, che questa cosa sia vera o falsa. Non credere in qualcosa non significa neanche che si crede che quella cosa non esista: semplicemente non si crede. Senza prove valide, non si sa, non si ha motivo di credere.
8. La sospensione del giudizio
Quando non si sa, non si crede, siamo allora invitati a sospendere il nostro giudizio. Questo non vieta di prendere posizione basandosi su ciò che si sa, ma ci invita a non esprimerci in modo certo su ciò che non sappiamo. Ciò non ci vieta neanche di avere diverse ipotesi concorrenti per spiegare ciò che non sappiamo, ma l'impossibilità di privilegiarne una rispetto alle altre deve costringerci a sospendere le nostre conclusioni. La sospensione del giudizio (passare in modalità analitica) interviene soprattutto quando si desidera imparare di più o rivedere il proprio giudizio su ciò che si sa. Bisogna eliminare tutti i pregiudizi o a priori prima di studiare il più oggettivamente possibile un argomento basandosi unicamente sui fatti.
9. Il grado di certezza
Le conoscenze essendo relative e non assolute, sono plausibili fino a prova contraria migliore. Non è raro cambiare in parte ciò che valida una conoscenza con migliori validazioni di questa conoscenza (una teoria migliore, per esempio). Un'informazione occasionale che non va nella direzione di una conoscenza (pur essendo solida) non mette necessariamente in dubbio questa conoscenza stabilita, ma il grado di certezza riguardo a questa conoscenza. Il perimetro di validità della conoscenza può quindi variare: la conoscenza è incompleta o il suo campo di applicazione è da ridefinire. Una conoscenza può essere ponderata. Allo stesso modo, una credenza può diventare una conoscenza se abbastanza prove solide lo permettono. Così, un controesempio isolato non mette necessariamente in dubbio una conoscenza che fa consenso ma può invitarci a completarla o a verificare i possibili bias.
10. La Zetetica è descrittiva e non prescrittiva
La Zetetica è descrittiva, ovvero serve a sapere se un fatto è plausibile o meno, se un argomento è valido o meno, se un discorso è fallace o meno, se un'informazione è solidamente basata su fonti o meno. Tuttavia, non è prescrittiva, il che significa che spetta a ciascuno, consapevolmente, decidere se alla fine desidera credere o meno a qualcosa. Sapere in modo consapevole è l'unico impegno intrinseco della Zetetica, e si ferma qui. L'autodifesa intellettuale, l'epistemologia di strada, il bayesianismo o l'affidamento sulle scienze sono tutte ideologie che funzionano con l'uso del metodo Zetetico, ma non sono il metodo Zetetico stesso.
🔥 Con i 10 assiomi fondamentali che abbiamo esplorato, si conclude questa prima tappa del nostro percorso alla scoperta della Zetetica. Ma il viaggio non finisce qui.
Inizieremo con delle pillole educative e formative per esplorare gli fondamenti della Zetetica e del pensiero critico. Queste pillole, come quella di oggi, saranno studiate per fornire strumenti intellettuali rapidi e pratici per affinare il tuo scetticismo scientifico e migliorare il discernimento quotidiano.
Dopo, pubblichero video tematici che affronteranno da vicino temi come l'illusione della conoscenza, l'analisi dei fenomeni pseudoscientifici, la distinzione tra credenze e fatti concreti, e il delicato equilibrio tra scienza e società.
Quando avremo abbastanza contatti a supporto, inizieremo i dibattiti strutturati: un primo tempo per il confronto di opinioni, dove le diverse prospettive verranno esplorate con profondità e rispetto, concentrandoci sull'ascolto attivo e sul dialogo costruttivo.
In un secondo tempo, questi dibattiti saranno svolti alla ricerca del consenso, applicando la metodologia Zetetica per costruire ponti di comprensione e lavorare verso conclusioni condivise.